STORIE CHE RACCONTANO LA STORIA è un VIAGGIO nella MEMORIA delle ex Carceri Nuove di Torino, raccontato attraverso L’ARTE, IL TEATRO, LA LETTURA. OLTRE E ALDILA’ DEI PERCORSI MUSEALI.
Un progetto Ocra Lab Idee per comunicare
in collaborazione con l’Associazione Nessun uomo è un’isola
con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte-Comitato Resistenza e Costituzione
AGENDA APPUNTAMENTI:
MERCOLEDì 28 ottobre una serata di NARRAZIONE dalle forti suggestioni, conclude il ciclo di STORIE CHE RACCONTANO LA STORIA, curato da Ocra Lab per il Museo del Carcere Le Nuove
R I T R A T T I M E M O R I E V O C I
ARTE VISIVA E LETTURA TEATRALE SI INCONTRANO PER RACCONTARE STORIE DIMENTICATE
MEMORIE: La metà degli anni Quaranta ha visto in Italia la produzione di un corpus di scritture testimoniali e resoconti di prigionia che nel loro insieme offrono un primo potente impatto come rappresentazione della deportazione nelle sue varie fasi, la prima delle quali è spesso il CARCERE.
VOCI: le LETTURE TEATRALI si alternano ai curatori che introducono le TESTIMONIANZE raccolte dagli archivi, dando voce e emozione alle STORIE, prevalentemente vissute nel carcere torinese: uomini e donne che in prima persona raccontano l’esperienza sotto i regimi totalitari e la privazione della libertà, prima del viaggio verso la deportazione.
RITRATTI: LE IMMAGINI, tratte dal corpus fotografico ‘SOPRAVVISSUTI’ di Simone Gosso, una toccante serie di ‘scatti’ a superstiti dei lager nazisti, scorrono in loop per tutto il corso dell’evento, restituendo con realismo e intensità la drammaticità di quelle esperienze, “di piccoli-grandi testimoni che raccontano cose straordinarie”.
Dove: Rotonda del Museo delle Carceri Nuove, Via P.Borsellino, 3 TORINO Quando: mercoledì 28 ottobre Inizio Ore 20.30 Ingresso: Libero, fino a esaurimento posti.
EVENTO SOSTENUTO DAL CONSIGLIO REGIONALE, COMITATO RESISTENZA E COSTITUZIONE, E PATROCINATO DALLA CITTA’ DI TORINO CIRCOSCRIZIONE 3
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dal 15 al 19 LUGLIO: NOZZE DI SANGUE di Federico Garcia Lorca.
A cura della Scuola di Teatro “Sergio Tofano” diretta da Mario Brusa e di Liberipensatori “Paul Valéry”. Per la regia di Oliviero Corbetta
La Rotonda delle Carceri Nuove si fa palcoscenico per mettere in scena uno dei massimi
capolavori del Teatro del drammaturgo spagnolo, prematuramente scomparso per mano del regime franchista.
“L’allestimento, affidato agli allievi del Corso accademico della Scuola “Tofano” – spiega il regista Oliviero Corbetta- rispetta l’intensità drammatica degli avvenimenti e, grazie al voluto e consapevole utilizzo di scarni elementi scenici, sfrutta, rispettandolo, gli spazi dell’ex carcere torinese.
Storie che raccontano la Storia propone una riflessione indiretta sul periodo del nazi-fascismo, e lo fa utilizzando la potenza del teatro, quello del grande poeta andaluso Federico Garcia Lorca.
Dove: Museo delle Carceri Nuove – Via Borsellino, 3 TORINO Quando: 15-16-17-18-19 luglio Ingresso: 8 Euro; 6 Euro per gli allievi della Scuola inizio spettacolo Ore 20.30
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VENERDì 15 maggio: GRUPPO APERTO DI LETTURA ‘Torino ricorda gli Anni di Piombo’ Partecipa Stefano Caselli
Con il libro Anni Spietati, di Stefano Caselli e Davide Valentini, si inaugura il ciclo di incontri sulla memoria degli Anni di Piombo . L’incontro di maggio è curato da Ocra Lab in collaborazione con Libreria l’ibrida bottega e Biblioteca Civica Alberto Geisser.
‘.. E’ così. Ci sono storie, piccole e grandi, che solo le città sanno raccontare.Come se i marciapiedi, i tombini, le finestre, i muri delle case, tutto, insomma, fosse un reticolo confuso di corde vocali immaginarie..’
Il 15 maggio ricordiamo il periodo di violenza e terrorismo che piegò nel decennio ’70 il Paese e in particolare la nostra città, provocando morti e ferimenti per le strade, nei locali, davanti alle scuole, negli androni dei palazzi. La Libreria diventa il luogo in cui ‘fare memoria’ su un tempo relativamente passato, quasi ‘sospeso’. Il libro e la lettura, il mezzo. Partendo dalla cronaca dei fatti raccontati in Anni Spietati, di Stefano Caselli e Davide Valentini, i partecipanti potranno portare e condividere una testimonianza o un proprio ricordo. Perché ‘siamo quello che ricordiamo’.